Cuba in 8 giorni

02.09.2022

Bienvenidos Compagneros!

Questo viaggio ha davvero 'dell'improbabile', a partire dal periodo scelto per visitarla, infatti abbiamo optato per un rischioso itinerario in Settembre, periodo noto per l'inizio degli uragani, ma di sicuro meno pullulante di turisti e più economico. Si è trattato di un viaggio con due generazioni a confronto, dal momento che ad affrontarlo siamo stati solo io e mio padre. Per me Cuba era l'affascinante isola coloratissima, delle auto vintage fotografate davanti ai palazzi coloniali, con profumo di sigari e rum, sebbene avessi qualche nozione sulla sua travagliata storia politica. Per mio padre invece rappresentava qualcosa di diverso, un luogo che, certamente grazie alle sue caratteristiche geopolitiche, era stato per lungo tempo la realizzazione di un piano utopico, che avrebbe voluto vedere con i suoi occhi.

E allora via, una volta alle spalle il periodo del covid, abbiamo deciso di partire alla volta de L'Avana. 

Havana giorni 1-2-3

Appena atterrati siamo stati accolti dalla pioggia, ma la preoccupazone di dover passare tutta la durata della vacanza con indosso il mio magnifico K-way oversize anni '80 (l'unico che protegge benissimo sia me che il mio adorato zainone) si è presto diradata insieme alle nuvole. Gli acquazzoni ci hanno colpito più di una volta, ma durano davvero poco e spesso danno per un po' sollievo dall'afa del pomeriggio.

Ci era stato suggerito di cambiare in aeroporto solo una piccola parte del denaro in moneta locale, infatti lungo le vie de L'Avana e non solo, troverete gente disposta a cambi molto più favorevoli di quelli statali. Ci si abitua in poco tempo a non avere timore dell'esuberanza e soprattutto dell'insistenza dei cubani con i turisti, ma noi ci siamo sempre e comunque sentiti al sicuro.

L'aeroporto dista abbastanza dalla città, a cui si può arrivare sia tramite bus che tramite Taxi, nonostante noi avessimo già prenotato i biglietti dell'autobus dall'Italia lo abbiamo perso per via di un piccolo ritardo, per cui abbiamo ripiegato per un taxi ufficiale (decisamente meno affascinante delle auto vintage che sono più presenti in città). 

Una delle prime cose che mi ha affascinata lungo la tratta è stata vedere per la prima volta la bellezza della vegetazione tropicale, con l'immancabile sottofondo di musica latino-americana che abbiamo ascoltato su tutti i taxi.

A chiunque legga questo articolo consiglio di scegliere bene una cosa, sulla base del tipo di vacanza che volete fare, ovvero il quartiere in cui prendere alloggio. Noi abbiamo deciso, come consigliato da tutti, di non alloggiare negli alberghi statali, ma di farci ospitare nelle 'Case particulares', ovvero vere e proprie abitazioni adibite dai locali a Bed and Breakfast o addirittura a veri e propri alberghetti. Non ce ne siamo pentiti, tuttavia non abbiamo certo optato per l'area della città migliore.

Noi infatti siamo stati nella zona indicata in rosso, tra L'Avana Centro (nome che si rifà solo alla posizione) e Vedado. Se non fosse stato per la bellezza dell'Aimara's hotel boutique, una casa particulares forse dal nome un po' pretenzioso, e per il suo preparatissimo gestore Hosman, ci saremmo spostati. Si trattava di una piccola struttura con solo tre stanze e una piccola corte interna, arredata con il sobrissimo gusto barocco-cubano.

L'Avana Centro infatti è un'area piuttosto decadente di palazzi sovraffollati, che si divide tra l'affascinante Havana Vieja, con i maggiori luoghi di interesse per i forestieri, e Vedado, il quartiere con la zona moderna.

In quest'area di confine sembra che L'Avana che conosciamo attraverso le testimonianze degli altri sia invecchiata e dimenticata dal resto del mondo, con persone che si affacciano da edifici pericolanti ed erosi, mentre le vetrine dei negozi si presentano vuote e polverose. Senza dubbio è da questo quartiere che si percepisce di più quanto il periodo del covid abbia ulteriormente impoverito l'isola.

Un enorme cambiamento si vede non appena si attraversa il grande viale che divide Havana Centro dall'Havana vecchia, tanto che sembra di essere improvvisamente arrivati in un'altra città. Saranno proprio lo stupore sui vostri volti e le guide alla mano per cercare la strada giusta a tradirvi con le guide locali improvvisate, che non appena affacciati alla zona giusta tenteranno di convincervi a farvi accompagnare.

Dopo un'iniziale resistenza abbiamo ceduto anche noi a farci accompagnare da un ragazzo verso il centro, dove ci ha portato a mangiare e a cambiare il denaro. Abbiamo assaggliato la specialità del posto ovvero uno stufato di carne chiamato 'Ropa Vieja' accompagnato immancabilmente da cocktail come il cuba libre o il mojito. Dopo la cena Pablo, il nostro giovane accompagnatore, ci ha portati a casa sua, un piccolo spazio bio di due stanze dove si trovavano la moglie e la bimba di pochi mesi. Abbiamo chiacchierato a lungo, fino a che non ci ha chiesto di 'pagare' il suo servizio accompagnandolo ad acquistare al mercato nero il latte in polvere per la bambina. In tanti viaggi capita sempre di finire vittime degli 'stratagemmi' di chi usa il turista come fonte di sostentamento, tuttavia a Cuba sebbene ci fosse moltissima gente che insisteva per ottenere qualcosa, non ho mai avuto la sensazione di essere in pericolo o di essere stata banalmente fregata. La situazione si è modificata drasticamente negli ultimi anni e trovo da ammirare come questo popolo si sappia reinventare, e trovi sistemi scaltri per affrontare i momenti di magra, senza piangersi addosso.

Il giorno successivo abbiamo iniziato il nostro tour per vedere le principali attrattive dell'Havana vecchia, dirigendoci verso il rinomato quartiere passando dal Malecon, ovvero il lungomare, dal quale si vede il lontananza il castello del Morro. Lo spettacolo ha maggiore fascino la sera, sulla via del ritorno.

Mentre ci dirigevamo verso la piazza della Cattedrale, abbiamo incontrato chi ci avrebbe aiutato ad orientarci e si è offerto di farci da guida per poco, ovvero Francisco, un signore distinto, che fa da guida ormai da trent'anni. Non si è limitato a mostrarci i monumenti, ma ci ha anche offerto il suo aiuto ed i suoi consigli su dove mangiare o cosa visitare nei giorni successivi.

Dalla piazza della Catterdrale a quella di San Francesco, dalla coloratissima e suggestiva piazza Vecchia al museo di belle arti, sono tutte zone molto vicine, ed è possibile girare tutto a piedi in poco tempo. Si può entrare anche all'interno della Cattedrale, seppur con un abbigliamento consono.

Intorno alla piazza Vecchia si concentrano moltissimi locali e negozi, sta al turista però, accorgersi della grande variabilità di prezo che ci può essere tra un posto e l'altro, anche se ad una decina di metri di distanza.

Dopo una breve pausa caffè ci siamo diretti verso Piazza delle armi, abbiamo visitato il Palacio de los Capitanes Generales, e dopo lungo la famosa e vivace via "Calle Obispo", che a qualsiasi ora è piena di gente intenta a suonare, vendere souvenir o proporsi per guidare i turisti. In una delle traverse abbiamo mangiato in un piccolo ma tipico locale, 'Don Pucho', dove abbiamo ordinato del platano fritto e l'immancabile riso e fagioli, qui accompagnato da gamberi e aragosta, tutto a prezzi da 'local'.

Non particolarmente abordabile invece il locale che si trova proprio alla fine di Calle Obispo, ovvero il 'Floridita', noto per essere stato frequentato spesso da Hemingway.

La via si apre su uno dei viali principali che taglia la città, e ci si trova davanti due strutture davvero imponenti e maestose, il Campidoglio e il Gran Teatro. Per visitare l'interno di entrambi è necessaria la prenotazione ed in particolare per il Campidoglio sono organizzate solo visite guidate in specifici giorni della settimana.

Il bar del teatro, per la sua posizione ed il suo stile liberty, permette di concedersi un aperitivo con vista davvero da cartolina, e anche se l'approvvigionamento di cibo in quei giorni non fosse sufficiente, e non si trovasse nulla da mangiare, di sicuro ci siamo goduti una Piña colada da record!

Sulla via del ritorno abbiamo proseguito lungo Paseo del Prado, il grande viale alberato, la cui isola si era riempita di pittori che esponevano i loro quadri.

Quella sera abbiamo avuto un assaggio della forte spiritualità cubana, infatti appena usciti dalla nostra casetta siamo stati attratti dalla musica proveniente dal palazzo di fronte, dove si stava svolgendo un rito di santeria (è successo più di una volta di trovare parti di animali abbandonate per strada, esiti di piccoli riti di santeria), accompagnato da canti, balli e frasi incomprensibili urlate da una vecchia signora che fumava un sigaro. Mentre ci stavamo spostando verso la zona Vecchia, attraverso i vicoli poco illuminati de L'Avana Centro, siamo passati davanti ad una chiesetta, piena di gente che assisteva alla messa cantata. Siamo stati invitati ad entrare e a partecipare. L'atmosfera era davvero insolita per noi italiani, dal momento che il predicatore cantava e tutte le sue parole potevano essere seguite tramite karaoke da due vistosi schermi. Qualche spettatore era particolarmente coinvolto dal rito e si inginocchiava piangendo, mentre altri ballavano al ritmo della musica.

Il nostro ultimo giorno a L'Avana lo abbiamo dedicato a girare senza meta in zona China Town o meglio 'El Barrio Chino', è un quartiere piuttosto grande, esito di una pregressa colonizzazione cinese che ha caratterizzato la seconda metà dell'ottocento, ma attualmente di cinesi non se ne vede nemmeno l'ombra. Sono rimaste le abitazioni e le costruzioni di stampo cinese e, anche se gestite interamente da cubani, alcune attività come la scuola di teatro e arti marziali.

In tarda mattinata siamo partiti con il nostro Taxi condiviso, alla volta di Cienfuegos, per poi spostarci ancora più a sud, ovvero Rancho Luna.

Rancho Luna 3-4-5

 Il viaggio in auto attraverso l'entroterra cubano è stato splendido, anche se in cinque persone in un'auto un po' datata il caldo si è fatto sentire. Il nostro tassista era un po' più timido della media dei locali incontrati fino a quel momento, ma con due italiani e due spagnoli a bordo, alla fine si è lasciato andare a qualche chiacchiera. Il viaggio è durato circa tre ore e ci è costato 25 euro in due.

Passando attraverso la campagna ed i villaggi si possono spesso notare le abitazioni basse e colorate, che spiccano tra i campi coltivati e le risaie, una distesa infinita di verde e giallo.

Arrivati a Cienfuegos abbiamo lasciato il nostro autista e i nostri temporanei compagni di viaggio e ci siamo aggirati per la città alla ricerca di un altro passaggio che ci portasse in una zona di mare.

Sicuramente Cuba è piena di spiagge famose che offrono molti servizi e sono attrezzate, ma noi volevamo un posto consigliato per la sua bellezza naturalistica, poco conosciuto se non dai locali (bisogna sempre stare molto attenti a cosa si desidera).

Quando finalmente abbiamo trovato il nostro passaggio, ci siamo accordati con lui direttamente perché ci tornasse a prendere due giorni dopo, visto che da Rancho Luna sarebbe stato difficile contattarlo (vivere Cuba all'avventura è una continua prova di fiducia, raramente disattesa per fortuna).

E così ci siamo trovati sotto il sole cocente del pomeriggio in una splendida zona con una spiaggia tropicale e nessuno all'orizzonte...

 Settembre sicuramente non è alta stagione, ma l'unica casa particulares di cui parlava la guida risultava chiusa per manutenzione, così ci rimaneva come opzione solo quella di citofonare di casa in casa e chiedere se fossero disponibili ad ospitare due forestieri per un paio di notti. Dopo qualche tentativo finalmente, alla mensa dove andavano a mangiare gli statali in vacanza in quella zona, abbiamo conosciuto Mercedes, una donna che ha messo per noi una buona parola con la proprietaria di una delle case particulares non ancora pronte. Una volta abbandonati i bagagli ci siamo accordati per mangiare alla mensa anche noi, almeno per quella sera e ci siamo diretti in spiaggia.

Rancho Luna sembra uscito da una cartolina, è l'immagine che ognuno metterebbe sul suo salvaschermo per pensare ai tropici. La lunga spiaggia bianca e il mare cristallino e calmo sono sensazionali.

Purtroppo alle spalle di quel paradiso si vedono gli scheletri di tante attività che forse non sono sopravvissute al periodo del covid, o che forse sono cadute prima. Le uniche rimaste sono spesso sprovviste di cibo e bisogna accordarsi la mattina per avere qualcosa per cena, ma non ci siamo persi d'animo e ci siamo goduti quanto di bello quel posto avesse da offrire.

A differenza delle città abbiamo forse avuto più l'impressione che ci fosse un po' di diffidenza nei confronti del turista straniero.

 Ci sono dei vantaggi però, dall'allontanarsi così tanto dalla città, la sera infatti ci siamo aggirati per la zona e ci siamo accorti di quanto chiaramente si vedesse la Via Lattea. Lì, vicino all'oceano, a migliaia di chilometri da casa l'ho potuta vedere per la prima volta.

Inoltre se nelle ore troppo calde della giornata, anziché stare in spiaggia, vi inoltraste per una passeggiata nel bosco circostante, potreste vedere centinaia di granchi rossi di terra sparire nelle loro tane ad ogni vostro passo.

Cienfuegos 5-6-7

Rientrati in città siamo stati colpiti dalla splendida Cienfuegos, che ci era passata quasi inosservata ad una prima e rapida occhiata, quando siamo passati solo alla ricerca di un mezzo. Si tratta di una bellissima e colorata città dal retrogusto più francese, con strade molto più ampie e luminose rispetto alle città di stampo spagnolo.

Nelle ore più fresche della giornata le strade si riempiono di gente, i negozi e le attività sono molto curate e si presentano davvero bene.

Questa volta per l'alloggio ci siamo lasciati consigliare, e abbiamo fatto davvero bene, infatti siamo stati nella fantastica casa particulares 'Bella perla Marina' del Sig. Waldo e di sua moglie Amiledys. Si trattava di una splendida abitazione bianca, piena di ninnoli e di riferimenti alla grande passione dei proprietari per l'arte e la musica. Dal primo dei due grandi terrazzi si può mangiare guardando dall'alto la città, che a differenza de L'Avana, grazie alle sue strade numerate, permette di orientarsi un po' più facilmente.

Noi abbiamo deciso di dedicare un giorno e mezzo alla città e di organizzare per il giorno successivo una gita fuori porta alle rinomate cascate de El Nicho.

I luoghi di interesse della città comprendono Paseo del Prado, dove si può passeggiare se il tempo lo consente, tra le panchine e gli splendidi palazzi di colori pastello, la Catedral de la Purissima Conception e il Teatro Tomàs Terry. Il teatro merita anche una visita al suo interno, dove per nostra fortuna, oltre la struttura, abbiamo potuto assistere alle prove della commedia del Don Chisciotte. Capita spesso che a Cuba venga a mancare all'improvviso la corrente, per cui, quando le prove sono state interrotte da un Black out, la regista dello spettacolo ci ha invitati a bere qualcosa con lei nella piazza che fronteggia il teatro.

Nel mese di Settembre può capitare di essere sorpresi all'improvviso per strada da degli acquazzoni, ma non disperate, durano poco e subito dopo la città torna a rianimarsi come se nulla fosse successo.

La sera merita davvero una passeggiata lungo il Malecon, dove si fanno sempre incontri con personaggi interessanti, che finiranno per invitarti a cenare nel locale del cugino/amico di turno.

La nostra ricerca di posti dove cenare è stata dura entrambe le sere, sempre per la penuria di prodotti che c'era in quel periodo, ma ce la siamo sempre cavata con qualcosa di buono. Non mancano invece posti dove bere bene, e se si passa da Cienfuegos non si può non bere il canchanchara, un cocktail tipico a base di rum, miele, lime, servito in bicchieri di terracotta.

Il giorno successivo abbiamo optato per il Tour di Punta Gorda a bordo di una moto con rimorchio, dove vi viene mostrata una lunga serie di costruzioni di interesse, tra cui il Palacio Azul (il Palazzo Azzurro), il Club Cienfuegos, il parque de Esculturas (il parco delle Sculture), il Centro Recreativo La Punta. Sinceramente sebbene costi poco non credo ne valga particolarmente la pena.

Per organizzare la gita a El Nicho o qualsiasi altro tour sconsiglio fortemente le agenzie di viaggio statali, che forniscono ben pochi servizi e a prezzi molto più elevati rispetto ai privati. Spesso gli stessi proprietari delle case particulares hanno contatti per organizzare queste escursioni. 

Si tratta di un'escursione che può prendere quasi tutta la giornata. Il tassista ci ha portati attraverso le strade sterrate fuori da Cienfuegos, per una tratta che dura circa un'ora. 

Una volta arrivati ci si rende conto di essere in un'area piuttosto servita, troverete infatti almeno due punti ristoro e dei bagni a disposizione. Ci si addentra per pochi minuti lungo un sentiero immerso nel verde e si ha da subito l'impressione di essersi allontanati dalla civiltà (almeno se arrivate la mattina presto, perchè i cubani che usufruiscono delle cascate e delle piscine naturali sono molti e spesso molto rumorosi e non attenti all'ambiente). 

I percorsi aperti a tutti sono piuttosto semplici, ma se si vuole qualcosa di un po' più impegnativo, accompagnati da una guida, si può proseguire lungo l'area protetta e vedere delle fantastiche grotte naturali dove convivono inspiegabilmente granchi giganti e pipistrelli.

Dopo i percorsi di trekking non c'è niente di meglio che immergersi nelle freschissime acque delle piscine naturali, ai piedi delle cascate. Certo, sarebbe meglio se si potesse essere in completa solitudine, ma questo non avviene quasi mai.

Rientrati a Cienfuegos ci siamo goduti un'ultima cena preparata dalla nostra ospite e ci siamo organizzati per il rientro a LAvana, il giorno successivo, da cui poi avremmo preso l'aereo per rientrare in Italia.

Havana 8

Durante il viaggio di ritorno nella capitale non si parlava d'altro che dell'incombenza dell'uragano Jan. Come precedentemente detto noi abbiamo sfidato un po' la sorte viaggiando per Cuba a Settembre, sicuramente i prezzi saranno più abordabili, ma bisogna sempre aspettarsi l'imprevisto. 

L'ultimo giorno in città abbiamo fatto una lunga passeggiata dal Malecon verso Vedado, il quartiere più moderno, ma più che dall'architettura o dal paesaggio, venivamo colpiti dalle lunghe code di fronte ai negozi che vendevano beni di prima necessità, mentre qualcuno ci spiegava che ci sarebbe stata una corsa ad accaparrarsi il più possibile prima dell'arrivo dell'uragano.

La nostra ultima corsa su un taxi anni '50 verso l'aeroporto è stata accompagnata da un briciolo di apprensione, confermata dal vedere che già tanti voli erano stati cancellati. Siamo riusciti a partire giusto in tempo e a rientrare senza problemi.

Spero che queste righe che riporto possano essere di aiuto a qualche viaggiatore o magari di ispirazione per un viaggio diverso dai soliti, io personalmente porterò questo breve itinerario nel cuore, come tutti gli altri, con la consapevolezza che ogni posto e ogni incontro meritano di essere vissuti in prima persona.

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